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"Mentre un cliclo di chemio costa diverse centinaia di Euro, un trattamento con il CRM197 non costerebbe quasi niente, forse per questo è poco appetibile per le cause farmaceutiche. Senza contare che mentre la chemio distrugge anche le cellule sane, il CRM197 si basa sulla stimolazione del sistema immunitario."

(Anna Maria Buzzi)

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"Ma mi fa più male che il cancro sia il più grosso affare economico del secolo..." (Giorgio Gaber)

Posts Tagged ‘crm197’

L’8 Marzo, presso il Consiglio Comunale di Ravenna si è discussa la pezione pro sperimentazione delle cure oncologiche e cardiovascolari con CRM197. Nell’occasione sono stati resi noti gli sviluppi degli studi su CRM197 a livello mondiale.
Nel mondo si moltiplicano gli studi sulla molecola.

In Giappone, il team di Mekada ha recentemente pubblicato i risultati del trial di fase 1 su carcinoma ovarico avanzato (risultati già esposti a Ravenna nel 2011 ma pubblicati solo ora per potere seguire nel tempo le pazienti): oltre alla comprovata innocuità della molecola si evincono chiare evidenze di efficacia. Lo stesso team ha ultimato (con gli stessi risultati) un trial di fase 1-2 sul carcinoma gastrico ed ha recentemente intrapreso un ulteriore studio sul carcinoma mammario triplo negativo.
Lo stesso gruppo di Mekada è anche autore di interessanti lavori preclinici su CRM197: uno è proprio su linee cellulari di carcinoma mammario triplo negativo e avendo dato ottimi risultati ha fatto da apripista al trial clinico attualmente in corso; un altro, pubblicato l’anno scorso, è quello che dimostra l’efficacia del CRM197 su linee cellulari di neuroblastoma (tumore del sistema nervoso centrale che colpisce prevalentemente l’infanzia e per il quale non esistono cure efficaci); a questo proposito ricordiamo che in un articolo pubblicato da Silvio nel 2004 viene descritto il caso di un lattante con neuroblastoma trattato con CRM197 nel 2000 e a tutt’oggi in buona salute.

Altri studi sono stati pubblicati a gennaio 2017 da parte di un team di Taiwan a conferma del meccanismo d’azione immunologico di CRM197 su HB-EGF.

Ulteriori studi clinici su CRM197 in oncologia si trovano digitando CRM197 cancer sul ClinicalTrials.gov. Si tratta del principale registro internazionale in cui debbono essere iscritte le sperimentazioni cliniche che vogliano avere il requisito della massima trasparenza e ripetibilità. Risultano in corso sperimentazioni sul mieloma multiplo e su vari tumori gastrointestinali che coinvolgono i seguenti Paesi: Ohio, Texas, Florida, Taiwan, Hong Kong e Thailandia.

Di seguito alcuni link:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28253574
[Reverse of the resistance to paclitaxel of the heparin binding-epidermal growth factor-like growth factor inhibitor in ovarian cancer]

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28143428
BK-UM in patients with recurrent ovarian cancer or peritoneal cancer: a first-in-human phase-I study

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28092674
A targetable HB-EGF-CITED4 axis controls oncogenesis in lung cancer

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27354636
Anti-tumor Effect of Intravenous Administration of CRM197 for Triple-negative Breast Cancer Therapy

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26168483
Validity of HB-EGF as Target for Human Neuroblastoma Therapy

Gli studiosi giapponesi hanno richiesto il brevetto per l’uso di CRM197 in moltissime forme tumorali.

Nella documentazione che esibiscono per favorire l’ottenimento dei brevetti le pubblicazioni di Silvio Buzzi sono la maggior parte.

Petizione indirizzata al nuovo sindaco di Ravenna

posted by admin
lunedì, maggio 16, 2016

Il consigliere comunale ravennate Diego Rubboli, socio fondatore della nostra fondazione, ha recentemente promosso una raccolta di firme per una petizione rivolta a colui che diventerà nuovo sindaco di Ravenna, affinché, in virtù della sua posizione di massima autorità sanitaria locale, si adoperi per far sì che la nostra ASL avvii la sperimentazione del CRM197 in campo oncologico e cardiovascolare.
Riportiamo di seguito la lettera con cui comunichiamo la notizia ai soci e il testo della petizione.

“Caro Socio,
il consigliere comunale Diego Rubboli, Socio Fondatore, biologo e collaboratore storico di Silvio, ha attivato una raccolta di firme per una petizione rivolta al nuovo sindaco di Ravenna, chiunque egli sia. Poichè il Sindaco rappresenta anche la massima autorità sanitaria a livello locale, nella petizione gli chiediamo che si adoperi perchè la nostra ASL promuova la sperimentazione con CRM197 applicato al campo oncologico e a quello cardiovascolare. Ti alleghiamo il testo completo. Diego è “itinerante” e non è quindi facile dare coordinate precise su dove si trovi giorno per giorno. Tuttavia è possibile firmare la petizione presso la sede della Fondazione Silvio Buzzi, qui da noi, in via Felisatti, 49, fino al 4 giugno. Se ritieni di potere coinvolgere altre persone e raccogliere a tua volta firme, sono disponibili copie dei moduli.

Ti ringraziamo di cuore per la tua collaborazione.
Un cordiale saluto,
Per Fondazione Silvio Buzzi
Anna e Silvia Buzzi”

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PETIZIONE

AL SINDACO DI RAVENNA

OGGETTO: Sperimentazione clinica della terapia anti-tumorale e anti-placca aterosclerotica, ideata dal dr. Silvio Buzzi, con utilizzo del CRM197 mutante atossico della Tossina Difterica.

I sottoscritti cittadini
chiedono al Sig. Sindaco del comune di Ravenna in qualità di massima autorità sanitaria locale e componente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, organismo deputato alla programmazione dei servizi della sanità pubblica nel territorio della AUSL Unica di Romagna ed al controllo della effettiva realizzazione di tale programmazione, di attivarsi per promuovere la sperimentazione in oggetto.

————————

ALL’AREA SERVIZI E PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI U.O. SPORTELLO UNICO, VIA BERLINGUER N.68 RAVENNA

Il sottoscritto RUBBOLI DIEGO, residente in ************ – 48121 Ravenna – tel. ******, in qualità di primo firmatario, presenta il seguente documento da allegare alla Petizione. In caso di assenza od impedimento, delega quale referente la Dr.ssa Anna Maria Buzzi, via Felisatti 49 – 48121 Ravenna – tel.*********.

PREMESSA

Il CRM197, mutante atossico della Tossina Difterica, è in grado di legarsi strettamente all’Heparin-Binding Epidermal Growth Factor (HB-EGF), un fattore di crescita appartenente al gruppo di ligandi che afferiscono al recettore dell’Epidermal Growth Factor. Tale recettore è stato trovato particolarmente fitto sulle membrane cellulari di molti tumori e su quelle delle cellule muscolari lisce e attivate della placca aterosclerotica. Per l’alta densità di HB-EGF sui tumori, il CRM197, fra il 1998 e il 2004, è stato ripetutamente testato, con risultati incoraggianti, su pazienti oncologici divenuti refrattari alle terapie convenzionali. Nell’anno 2000 tre pazienti anziani, affetti da patologia aterosclerotica carotidea, e in condizioni generali piuttosto critiche per ragioni diverse, accettarono di sottoporsi a un trattamento sperimentale col CRM197 e tutti ebbero una vistosa riduzione delle loro placche carotidee non calcificate.
Per quanto sopra esposto e con riferimento alla documentazione attestante i risultati finora ottenuti che saranno messi a disposizione dalla Fondazione Silvio Buzzi di Ravenna, i sottoscritti cittadini ipotizzano che questa molecola possa risultare utile come innovativo trattamento sia anti-tumorale sia anti-placca aterosclerotica e pertanto,

CHIEDONO al SINDACO

di attivarsi per promuovere una adeguata sperimentazione clinica del CRM197 come terapia anti-tumorale e/o anti-placca aterosclerotica nei presidi sanitari pubblici dell’AUSL di Romagna .

CRM197 contro il neuroblastoma

posted by admin
giovedì, settembre 17, 2015

Il neuroblastoma è un tumore del sistema nervoso centrale ad alto grado di malignità che colpisce prevalentemente l’età infantile. Il neuroblastoma si divide in quattro tipi principali, a grado di malignità crescente; considerati tutti insieme (quindi non facendo riferimento solo al tipo più aggressivo) hanno una mortalità del 50% a 5 anni. Questo vuol dire che un bambino su due, colpito da neuroblastoma, non sarà vivo dopo 5 anni.
Nel 2004 Silvio Buzzi pubblicò “Cancer Immunology Immunotherapy”, insieme ad un team di collaboratori, il caso clinico di un lattante di 5 mesi colpito da neuroblastoma midollare e trattato nel 2000 con CRM197: i dati dimostravano che la massa tumorale si era ridotta del 50% dopo 3 mesi di trattamenti ed era completamente scomparsa a 12 mesi.
Oggi il lattante di allora è un adolescente in buona salute e frequenta il liceo.
Nell’agosto di quest’anno il team del Prof. Shingo Miyamoto (Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia – Università di Fukuoka, Dipartimento di Biochimica – Università di Fukuoka, Central Research Institute for Advanced Molecular Medicine – Fukuoka, Department of Pediatric Surgery –Fukuoka) ha pubblicato Anticancer Research uno studio che conferma i risultati ottenuti da Silvio Buzzi 15 anni fa. Peraltro l’eclatante risultato si riferisce ad uno studio preclinico (cioè su linee cellulari in provetta).
Spiace doversi chiedere quanti bambini avrebbero potuto negli anni successivi beneficiare di questa cura se gli studi del Dr.Buzzi non fossero stati ignorati fino ad oggi.

Di seguito è possibile scaricare i due studi in pdf.

Abstract del Prof. Shingo Miyamoto >>>

Abstract del Prof. Silvio Buzzi >>>

CRM197 contro il neuroblastoma

posted by admin
giovedì, settembre 17, 2015

Il neuroblastoma è un tumore del sistema nervoso centrale ad alto grado di malignità che colpisce prevalentemente l’età infantile. Il neuroblastoma si divide in quattro tipi principali, a grado di malignità crescente; considerati tutti insieme (quindi non facendo riferimento solo al tipo più aggressivo) hanno una mortalità del 50% a 5 anni. Questo vuol dire che un bambino su due, colpito da neuroblastoma, non sarà vivo dopo 5 anni.
Nel 2004 Silvio Buzzi pubblicò “Cancer Immunology Immunotherapy”, insieme ad un team di collaboratori, il caso clinico di un lattante di 5 mesi colpito da neuroblastoma midollare e trattato nel 2000 con CRM197: i dati dimostravano che la massa tumorale si era ridotta del 50% dopo 3 mesi di trattamenti ed era completamente scomparsa a 12 mesi.
Oggi il lattante di allora è un adolescente in buona salute e frequenta il liceo.
Nell’agosto di quest’anno il team del Prof. Shingo Miyamoto (Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia – Università di Fukuoka, Dipartimento di Biochimica – Università di Fukuoka, Central Research Institute for Advanced Molecular Medicine – Fukuoka, Department of Pediatric Surgery –Fukuoka) ha pubblicato Anticancer Research uno studio che conferma i risultati ottenuti da Silvio Buzzi 15 anni fa. Peraltro l’eclatante risultato si riferisce ad uno studio preclinico (cioè su linee cellulari in provetta).
Spiace doversi chiedere quanti bambini avrebbero potuto negli anni successivi beneficiare di questa cura se gli studi del Dr.Buzzi non fossero stati ignorati fino ad oggi.

Di seguito è possibile scaricare i due studi in pdf.

Abstract del Prof. Shingo Miyamoto >>>

Abstract del Prof. Silvio Buzzi >>>

Aggiornamento sulla sperimentazione del CRM197 in Giappone

posted by admin
lunedì, luglio 20, 2015

A beneficio di quanti ci domandano come procede la sperimentazione del CRM197 in Giappone, a seguito dei recenti contatti con i colleghi nipponici che stanno portando avanti il trial clinico oncologico, comunichiamo quanto segue.

– Il trial clinico sul carcinoma ovarico sta proseguendo ed è attualmente in corso la Fase II

– A questo primo trial se ne è affiancato un secondo, sul carcinoma gastrico

– L’attivazione di un secondo trial ha reso necessario il reperimento di nuove risorse e questo al momento ha comportato un rallentamento

– I risultati , anche se ancora non definitivi, sono molto incoraggianti

– I colleghi giapponesi hanno recentemente fatto domanda di brevetto per l’uso del CRM197 in molti tipi istologici tumorali (carcinoma ovarico, gastrico, cavo orale, colon-retto, ecc)

Fondazione Silvio Buzzi

Articolo del Resto del Carlino del 15 novembre 2011

posted by admin
sabato, dicembre 10, 2011

Dopo il Convegno della Fondazione del 24 Settembre, Il Resto del Carlino intervista Anna Maria, Silvia e Giorgio Buzzi sulla sperimentazione giapponese, sulle sue modalità e sui suoi promettenti risultati.

Scarica qui il PDF dell’articolo

fanpage.it intervista Anna, Silvia e Giorgio Buzzi

posted by admin
martedì, ottobre 18, 2011

[…] è il dottor Silvio Buzzi, scomparso nel 2009, che aveva fatto nascere grandi speranze con la sua scoperta del ruolo antitumorale del CRM197, un mutante innocuo della tossina che provoca la difterite. Dopo diversi studi pubblicati sulle più prestigiose riviste internazionali, era calato il silenzio. In Italia, un trial clinico non è mai partito. Ora, la Fondazione Silvio Buzzi, nata per proseguire la lotta del neurologo che si riscoprì oncologo “per caso”, sta monitorando un trial clinico che, dopo una prima fase conclusa con successo, entrerà nel vivo nel 2012 in Giappone. Sull’argomento abbiamo intervistato i responsabili della Fondazione, la moglie e i figli del medico ravennate: Anna, Silvia e Giorgio Buzzi.

Potete spiegarci in sintesi in cosa consiste la scoperta del dott. Silvio Buzzi e in cosa differisce dalle attuali terapie antitumorali?

La scoperta del dott. Silvio Buzzi e gli studi che ne rappresentano l’applicazione rappresentano un caso molto atipico nella medicina moderna: pur essendosi svolti infatti a proprie spese e con mezzi modestissimi sono stati pubblicati dalle più autorevoli riviste mediche internazionali come Cancer Research, The Lancet ( la “Bibbia” del mondo medico), Cancer Immunology Immunotherapy, Therapy: sono riviste che accolgono quasi esclusivamente lavori multicentrici, frutto di collaborazioni tra grandi strutture e che si vantano di pubblicare a malapena il 10% dei lavori che ricevono.

La Tossina Difterica è un potente veleno prodotto in certe condizioni dal Corynebacterium Diphtheriae. La molecola è formata da due componenti: sub unità A (che blocca la sintesi delle proteine nei mammiferi, ed è quindi responsabile della tossicità) e sub unità B (che consente l’aggancio della molecola alla cellula attaccata, ed è responsabile della risposta che il sistema immunitario dà a questa “aggressione”).

Silvio Buzzi ha intuito e dimostrato il possibile ruolo antitumorale della Tossina Difterica. In un secondo momento, è stato in grado di individuare nella sola componente B – non tossica – della molecola la sede di questa potenzialità antitumorale, che risulta dunque del tutto svincolata da ogni tossicità.

Nei suoi studi ha quindi utilizzato tossina detossificata con l’ebollizione (il calore inattiva la componente tossica, mentre lascia intatta quella immunostimolante), successivamente sostituita da CRM197 (un mutante atossico della Tossina Difterica).

E’ interessante che il CRM197 e la Tossina Difterica hanno un loro recettore naturale presente sulla maggior parte delle cellule umane, ma molto più concentrato sulle cellule tumorali. La successione di eventi immunologici che seguono l’aggancio della molecola al suo recettore sarà quindi molto specifica nei confronti delle cellule tumorali, senza danno per quelle sane.

Le differenze rispetto alle attuali terapie antitumorali sono 2:

  • Si tratta di una terapia immunologica, che induce l’organismo a reagire al tumore sfruttando armi proprie; non si fa ricorso a molecole che aggrediscono la massa (e, inevitabilmente, tutti i tessuti più vitali) con un meccanismo squisitamente distruttivo;
  • Si tratta di una terapia molto poco artificiosa, perché il contatto CRM197-cellula tumorale non richiede trasportatori (carriers) o procedure macchinose, dato che la molecola ha per natura un tropismo particolare per le cellule tumorali, legato alla loro ricchezza del recettore specifico destinato ad agganciarla.

Silvio Buzzi non era un oncologo, ma un neurologo e psichiatra che fece le sue ricerche in totale autonomia. Nel suo libro Il talco sotto la lampada domandava provocatoriamente: “La comunità scientifica, che si dichiara sensibile al miglioramento della vita dell’uomo, che cura la rapida diffusione dell’informazione nel mondo, che si dice libera dai pregiudizi, avrà orecchi per intendere una flebile voce che chiama fuori dal coro?”. Sono stati i pregiudizi a ostacolare le ricerche del dottor Buzzi?

Sicuramente in parte sì. Se da una parte è comprensibile lo scetticismo nei confronti di un’idea nata in ambito non istituzionale (la ricerca scientifica richiede il massimo rigore e la massima sicurezza, requisiti più facili per una grande struttura), quando lo scetticismo è tale da negare ad un ricercatore indipendente la possibilità che le sue idee vengano non accolte, ma messe alla prova, diventa pregiudizio. Recentemente il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, in apertura dei lavori di una conferenza sugli sviluppi delle ricerche di Silvio Buzzi sul CRM197, si è espresso così: “Il pregiudizio è figlio dell’ignoranza, e l’ignoranza è scelta di comodo; il giudizio è figlio della conoscenza, e la conoscenza è faticosa”.

Perché in Italia non si è mai avviata una sperimentazione del CRM197 seguendo le indicazioni di Buzzi?

L’unica sperimentazione avviata in Italia con CRM197, come molti sanno, è partita all’Ospedale di Empoli nel 2007 sotto la guida del dottor Gianmaria Fiorentini; non è stata fatta seguendo le indicazioni di Buzzi, né per dosi, né per tempistica, né per scelta dei pazienti. Si ignorano le ragioni per quali non è stato seguito il protocollo del dottor Buzzi, di cui peraltro il dottor Fiorentini era stato fornito.

In Giappone la sperimentazione è iniziata nel 2008. Vorrei ricordare che il trial giapponese è sostenuto da 3 delle principali Università giapponesi e dal Governo, ed ha ottenuto l’approvazione solo dopo che Silvio Buzzi, convocato dal professor Eisuke Mekada, ha esposto i suoi studi ed i risultati dei suoi trials davanti alla commissione di esperti della PMDA, massima autorità nipponica nel campo della ricerca medica e farmacologica. La sperimentazione è giunta al termine della fase 1, quella che ha come obiettivo quello di accertare la sicurezza della molecola. L’obiettivo è stato pienamente raggiunto ed è stata pertanto data già autorizzazione alla fase 2, quella che deve dimostrare l’efficacia, che partirà nel 2012. Anche se non cercati, già nella fase 1 si sono comunque avuti alcuni indizi di efficacia (in termini di riduzione della massa tumorale, di calo del marker tumorale specifico e di miglioramenti di segni clinici, quali ad es. ascite e astenia).

La cura del dott. Buzzi è un vaccino, non un chemioterapico. Qual è il parere della Fondazione Buzzi sull’efficacia della radio e chemioterapia nel prolungamento dell’aspettativa di vita dei malati di tumore?

Silvio Buzzi ha sempre sottolineato che la sua non è “la cura”, ma un possibile contributo alla lotta contro i tumori. I dati dei suoi trials, pubblicati sulle massime riviste internazionali in materia, mostrano comunque una percentuale di risposte (tra complete e parziali) di poco inferiore al 50%.

Sull’ allungamento dell’aspettativa di vita legato alle terapie convenzionali esistono precise statistiche. Quello che ci sentiamo di rimarcare è la differenza nella qualità della vita consentita dai due trattamenti: il CRM197, data proprio la sua elevata specificità per le cellule malate, è quasi privo di effetti collaterali.

La ricerca scientifica, dagli inizi del Novecento a oggi, è diventata sempre più complessa: per conquistare le nuove frontiere della scienza sono oggi necessari milioni di euro di investimenti, grandi laboratori e un personale numeroso. C’è ancora spazio per quella che Buzzi definì “una ricerca scientifica fatta in casa e finanziata di tasca propria”?

No, non c’è più spazio per quel tipo di ricerca ed è forse giusto che oggi sia così, affinchè anche gli studi medici siano conformi agli elevati standard di accuratezza rigore e sicurezza a cui si ispira il progresso in ogni ambito della scienza e della tecnologia.

Quello che però deve essere ancora consentito anche “in casa” e senza appoggi è la possibilità di avere un’idea, altrimenti corriamo il rischio di sperimentazioni inattaccabili da un punto di vista formale, ma non sostenute da un’idea innovativa.

Tornano alla memoria le parole di Iohn Wu, su The Lancet (vol. 366, 2005): “Se il primo obiettivo della ricerca deve essere il più assoluto rigore procedurale, dove andranno a finire le idee nuove?”

(Fonte: fanpage.it)